Inaugurato un nuovo sportello per l’impiego a Portomaggiore: l’Emilia Romagna in prima linea contro il caporalato per un contesto agricolo più legalizzato

Inaugurato un nuovo sportello per l’impiego a Portomaggiore: l’Emilia Romagna in prima linea contro il caporalato per un contesto agricolo più legalizzato

A Portomaggiore, nel ferrarese, nasce un nuovo sportello per l’impiego per contrastare il lavoro nero e il caporalato, con il supporto della Regione Emilia-Romagna, istituzioni e parti sociali. Un presidio di legalità che aiuta lavoratori e imprese, con mediatori culturali e strumenti innovativi per favorire il lavoro regolare in agricoltura.

Un presidio di legalità contro lo sfruttamento e il caporalato: apre a Portomaggiore, nel ferrarese, il nuovo sportello per l’impiego. Taglio del nastro con il presidente de Pascale e gli assessori Mammi e Paglia: “La Regione in prima fila in questa battaglia

Frutto di un gioco di squadra tra istituzioni e organizzazioni sindacali e d’impresa, può contare anche sulla presenza di mediatori culturali e linguistici. In Emilia-Romagna oltre 1.600 le aziende agricole iscritte alla Rete del lavoro agricolo di qualità (un quarto di quelle nazionali)

Uno sportello che incrocia domanda e offerta, contrastando il lavoro nero e il caporalato, in particolare in agricoltura. Dopo mesi di preparazione, è stato inaugurato ufficialmente questa mattina a Portomaggiore, nel ferrarese, dal presidente della Regione, Michele de Pascale, insieme agli assessori Giovanni Paglia (Lavoro) e Alessio Mammi (Agricoltura), e al Prefetto di Ferrara, Massimo Marchesiello. Frutto di un proficuo lavoro di squadra tra istituzioni e organizzazioni, lo sportello, che ha sede al centro Portoinforma di piazza Giuseppe Verdi, è aperto il giovedì mattina e può contare anche sulla presenza di mediatori culturali e linguistici, in grado di interfacciarsi con i lavoratori stranieri.

Non dobbiamo assolutamente assuefarci all’idea che nel mondo del lavoro, e in particolare in agricoltura, ci siano sacche di illegalità- ha ribadito de Pascale-. Chi ha in mente, in questa terra, di gestire il lavoro in maniera iniqua, disumana e violenta deve sapere che qui ha moltissimi nemici: i sindaci e le sindache, le amministrazioni locali, la società civile, le organizzazioni datoriale e sindacali, le istituzioni dello Stato, le forze dell’ordine. E c’è, in prima fila, la Regione Emilia-Romagna a combattere questa battaglia“.

Le origini dello sportello

Tutto inizia ad aprile del 2023: il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica affronta la problematica del caporalato in agricoltura nel comune di Portomaggiore, condividendo la necessità di contrastare il fenomeno e individuare sistemi di finanziamento per garantire ai lavoratori abitazioni e trasporto.

Successivamente viene attivata la Rete del lavoro agricolo di qualità, coordinata dalla Direzione provinciale dell’Inps: si comincia a mettere a punto una serie di iniziative per il contrasto al lavoro irregolare, con il coinvolgimento delle istituzioni, delle forze dell’ordine e delle parti sociali. Si individua, tra gli altri, il tema prioritario dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, in particolare in agricoltura. L’Agenzia regionale per il Lavoro, dal canto proprio, si rende disponibile a introdurre modifiche alla piattaforma “lavoro per te”, per facilitare l’inserimento di offerte occupazionali nel settore agricolo. Nel frattempo, arriva una richiesta, sia dalle amministrazioni locali che dalla prefettura, di Inps e delle rappresentanze datoriali e sindacali, di attivare a Portomaggiore uno sportello decentrato del Centro per l’impiego. Si inizia quindi a lavorare in questa direzione, mettendo a punto con il Comune un progetto, poi presentato alla Regione nell’ambito delle iniziative per lo sviluppo della legalità. Progetto che è stato approvato, consentendo anche di acquisire le risorse per finanziare attività di mediazione linguistica culturale.

A partire dallo scorso mese di ottobre, l’attività ha inizio e viene assicurata l’apertura dello sportello per un giorno alla settimana, con la presenza di un operatore del Centro per l’impiego. Qui si svolge attività di informazione e orientamento dei lavoratori ma, soprattutto, di accompagnamento alla ricerca di un lavoro regolare. Lo sportello garantisce anche informazione e supporto alle aziende per la pubblicazione delle offerte di lavoro sul proprio portale. In queste settimane, sono state inoltre realizzate diverse iniziative per fare conoscere l’opportunità del servizio alle imprese; sono in corso contatti con le comunità straniere, per favorire un ampio accesso al servizio.

L’apertura dello sportello è fortemente integrata con le iniziative regionali di contrasto al caporalato e al lavoro irregolare, e al progetto interregionale di contrasto allo sfruttamento lavorativo e sostegno alle vittime “Common Ground”.

Il ruolo dell’Agenzia regionale per il Lavoro e la mediazione culturale

L’Agenzia regionale per il Lavoro, nel quadro della rete territoriale dei Servizi per l’impiego e delle politiche attive, si impegna a erogare i propri servizi presso gli uffici collocati a Portomaggiore in piazza Giuseppe Verdi 22, il giovedì mattina (con apertura al pubblico dalle 9 alle 13). Gli operatori dell’Agenzia saranno affiancati da mediatori culturali contrattualizzati dal comune di Portomaggiore grazie a un finanziamento appositamente assegnato dalla Regione. Sono stati inoltre realizzati dei volantini in quattro lingue (italiano, inglese, arabo e urdu), che illustrano i diritti che devono essere riconosciuti ai lavoratori del comparto agricolo.

Il lavoro agricolo di qualità

La “Rete del lavoro agricolo di qualità” è un’iniziativa istituita presso l’Inps per selezionare imprese agricole e altri soggetti che si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Obiettivo, garantire una sorta di certificazione di qualità o etica, afferente al non utilizzo di lavoro nero per le imprese. In Emilia-Romagna, fanno parte della Rete le prefetture e le sedi Inps di Reggio Emilia, Piacenza, Modena e Ferrara.

La Regione, con le sue 1.675 aziende iscritte alla Rete, rappresenta circa un quarto di quelle totali (sono 6.506 quelle a livello nazionale) ed è un modello di riferimento riconosciuto in tutt’Italia. Modello raggiunto a partire da una precisa volontà della Regione, con i propri strumenti a disposizione: difatti, nei bandi per l’erogazione di contributi per gli investimenti aziendali, viene prevista una premialità aggiuntiva a chi è iscritto alla Rete del lavoro agricolo di qualità.

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